Questa giornata, istituita con legge n. 92 del 30 marzo 2004, come le altre giornate previste dalla normativa italiana, costituisce un ulteriore momento di riflessione per non dimenticare le vicissitudini che si legano alle tragedie umane che sono seguite a comportamenti delittuosi commessi dall’uomo sull’uomo per questioni di false ideologie, pregiudizi, stereotipi, discriminazioni o semplicemente da rapporti di dominio.
Questa ricorrenza mette a fuoco la violenza di massa che le popolazioni dell’area della Venezia Giulia dell’attuale territorio dell’lstria, di Fiume e della Dalmazia, per buona parte italiani, sia militari che civili, subirono tra l’autunno del 1943 e la primavera del 1945.
Le “Foibe”, tremendi inghiottitoi naturali tipici dei territori carsici, furono per molti i luoghi degli eccidi in cui si attuarono le uccisioni da parte dei partigiani, comunisti sloveni e croati ma anche comunisti italiani filojugoslavi e delle autorità jugoslave, di buona parte di questa popolazione.
Molti furono le vittime che morirono anche nelle carceri e durante le marce di trasferimento o nei campi di prigionia che furono allestiti in diverse località della Jugoslavia.
Insomma una tragedia immane che portò anche all’esodo dalle loro terre e dai loro affetti buona parte della popolazione dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia.