Lo spritz ai primi posti della classifica dei cocktail classici più venduti nei migliori bar del mondo
Le origini dello spritz sono ignote, ma sembra che l’origine sia da rintracciare in un’usanza dei soldati dell’Impero austriaco, di stanza in quella che in precedenza era la Repubblica Serenissima e poi fece parte del Regno Lombardo-Veneto, i quali, abituati ad un consumo di birra con un grado alcolico minore, per stemperare l’elevata gradazione alcolica dei vini veneti li avrebbero allungati con seltz o acqua frizzante; da qui si vuole l’origine del nome, che si vuole derivare dal verbo tedesco austriaco spritzen, che significa “spruzzare”, il gesto appunto di allungare il vino con l’acqua frizzante.[ Di tale usanza austriaca, conservatasi pressoché inalterata a Trieste e in Trentino, territori asburgici fino al 1918, rimane eco presso la popolazione anziana di molte località del Nord-est italiano e, con il nome di “vin sprizato”, anche a Milano.[
Come cocktail lo spritz nasce presumibilmente tra gli anni venti e trenta del Novecento a Venezia, quando si pensò di unire a tale usanza l’Aperol (presentato alla Fiera di Padova nel 1919) o il Select (prodotto dai fratelli veneziani Pilla).[
Acquisita un’enorme popolarità a Venezia, a Padova e nell’intero Veneto a partire dagli anni settanta, lo spritz diventa un cavallo di battaglia dell’Aperol e, con la denominazione di “spritz veneziano”, viene ufficializzato nel 2011 dall’IBA.
Ricetta veneziana
- 1/3 di vino bianco secco o prosecco
- 1/3 di bitter (Aperol, Select, Campari)
- 1/3 di acqua frizzante
Il cocktail va versato in un tumbler, un bicchiere basso, tipicamente da cocktail, con una fetta di arancia.
Un po’ più selettiva, invece, la versione riconosciuta ufficialmente dalla IBA.
Ricetta internazionale
- 1/3 di prosecco
- 1/3 di Aperol
- 1/3 di acqua frizzante o seltz