Il 17 marzo 1861, a Palazzo Carignano, prima sede del Parlamento Subalpino, Vittorio Emanuele II, con legge n. 4671 del 17 marzo 1861, proclamava ufficialmente il Regno d’Italia:
“Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato, noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e per i suoi Successori il titolo di re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861” .
L’evento è stato solennemente celebrato:
- Nel 2011 in occasione del 50^ anniversario con una serie di mostre ed iniziative nelle tre capitali del Regno d’Italia: a Torino (capitale dal 1861 al 1865) con l’Esposizione internazionale dedicata all’industria e al lavoro, a Firenze (capitale dal 1865 al 1870) con la mostra del ritratto italiano dalla fine del XVI secolo al 1861 e l’Esposizione internazionale di floricoltura, a Roma (capitale dal 1870 in poi) con la mostra etnografica delle Regioni in Piazza d’Armi (oggi Piazza Mazzini), con la mostra archeologica alle Terme di Diocleziano, sede del Museo Nazionale Romano, con la rassegna internazionale d’arte contemporanea a Valle Giulia, con la mostra del Risorgimento al Vittotriano.
- Nel 1961 in occasione del 100^ anniversario, eventi avviati nel 1959 con la visita in Italia del generale De Gaule per celebrare l’accordo sardo-francese che permise la vittoriosa seconda guerra d’indipendenza preludio dell’indipendenza italiana e con diverse iniziative a Torino in cui furono organizzate tre rassegne: la Mostra storica dell’unità d’Italia, la Mostra delle Regioni Italiane e l’Esposizione internazionale del Lavoro chiamata anche Expo 1961. Roberto Rossellini diresse due film centrati sul Risorgimento Italiano: “Viva l’Italia” in cui ricostruisce la spedizione dei Mille, e “Vanina Vanini” ambientato ai tempi dei moti carbonari;
- Nel 2011 in occasione del 150^ anniversario, fu avviata in parlamento la discussione che portò il 23 novembre 2012 alla proclamazione annuale del 17 marzo come “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera” (art.1, comma 3, legge 23 novembre 2012, n. 222). Le celebrazioni iniziarono nel 2010 con la visita dei luoghi simbolo del processo di unificazione dell’Unità d’Italia: nel maggio 2010 a Quarto dei Mille, dove iniziò la spedizione dei Mille capitanata da Giuseppe Garibaldi, a Salemi e Calatafimi con la presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ed il 17 marzo 2011 con l’accensione a Torino dell’anello tricolore posto attorno alla Torre Antonelliana.
Quest’anno, 17 marzo 2021, per i 160 anni di unità nazionale si sente il bisogno, forse più delle altre ricorrenze, di affermare, con le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quello spirito di democrazia, di unità e di coesione, e di ritrovare “Nel distanziamento imposto dalle misure di contenimento della pandemia” quel senso e quella consapevolezza “di appartenere a una comunità capace di risollevarsi dalle avversità e di rinnovarsi”.
Non basta ricordare, anche se ciò è importante ai fine della memoria storica, i grandi protagonisti del Risorgimento Italiano: il Re galantuomo Vittorio Emanuele II, il primo presidente del Consiglio Camillo Benso Conte di Cavour, i valorosi Mille guidati da Giuseppe Garibaldi, ma risulta necessario invece ritrovare nel tessuto socio economico e culturale delle varie realtà territoriali e nel governo centrale gli strumenti veri per dare realmente unità e valore alla democrazia e alle istituzioni che oggi risultano molto traballanti.
Certamente c’è da rimboccarsi le maniche, ma è opportuno prendere coscienza di ciò che realmente siamo e avviare quei processi, a partire dalla questione meridionale, che ci portano realmente all’unità nazionale.
Le industrie del nord, l’agricoltura specializzata del sud e la nuova progettualità dei programmi comunitari del Green Deal e della Digital Europe assieme alla spinta del Next Generation EU potranno così dare senso e valore all’eredità risorgimentale.
La diminuzione delle disuguaglianze sociali, il benessere economico, il lavoro e l’efficienza dei servizi pubblici come quello della sanità, della pubblica amministrazione, dell’istruzione e della giustizia dovranno diventare i cardini portanti di una società italiana nuova e dinamica.