Il 25 aprile diventa nel contesto storico italiano il giorno simbolico dell’avvio della ritirata, dal suo territorio, dei soldati tedeschi e della Repubblica di Salò.
Fu infatti il 25 aprile del 1945 quando il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) lanciò, via radio e sulla stampa, il messaggio “Arrendersi o perire” e avviò l’inizio della liberazione dei maggiori capoluoghi del Nord Italia come Milano e Torino.
L’anno successivo, il 22 aprile del 1946, il governo italiano, guidato da Alcide de Gasperi, decretò questa data come “Festa Nazionale” ma fu il parlamento italiano, con legge n. 269 del maggio 1949, che ne fissò la data in modo definitivo.
Questo giorno diventa così il simbolo di una condizione umana, a prescindere dalla razza, dal colore, dal sesso, dalla lingua, dalla religione, dall’opinione pubblica o di altro genere, attorno a cui costruire un mondo nuovo rispettoso dei diritti fondamentali dell’uomo che sono la libertà, la giustizia e la pace.
Ma questo giorno diventa sempre più attuale soprattutto in un momento come quello che stiamo attraversando in cui esistono regimi totalitaristi che negano il libero confronto delle idee e che utilizzano l’imposizione al dialogo, la guerra alla pace, la prevaricazione sul consenso.