Oggi 10 febbraio 2024 è la solennità civile istituita dal governo italiano con la legge n. 92/2004 per commemorare le vittime delle Foibe.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di commemorazione pronunziato nel salone dei Corazzieri nel Palazzo del Quirinale, pone la riflessione sulla negazione degli ideali di libertà, di rispetto dei diritti dell’uomo, di tolleranza, di fratellanza, di democrazia, perpetrate, nel cuore della civile Europa a metà del novecento, da politiche che si fondavano su ideologie basate sul mito della razza, dell’odio, del fanatismo e della prevaricazione.
Queste ideologie hanno dato vita al “più abominevole dei crimini … il genocidio di milioni di persone innocenti”. Questo stesso destino fu comune sia alle popolazioni all’interno delle tirannidi fasciste che in quelle dell’Europa centro-orientale sotto la dittatura comunista imposta dall’Unione Sovietica.
Questo virus, afferma Mattarella, ha trovato il fondamento “nell’ideologia della superiorità razziale, nella religione della morte e della guerra, nel nazionalismo predatorio, nella supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, sul culto della personalità e del capo, ed è riuscito a diffondersi rapidamente, contagiando gran parte dell’Europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa.”
Le Foibe, voragini naturali carsiche, sono i luoghi in cui furono gettati i corpi del popolo delle ex province italiane della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia costretto ad abbandonare le loro terre da parte delle milizie Jugoslave di Tito a seguito del processo di “snazionalizzazione” seguìto all’invasione nazifascista della Jugoslavia.
Una complessa vicenda in cui l’essere umano diventa succube di una lugubre geografia dell’orrore frutto di quei simboli che sono stati i regimi totalitaristi del nazifascismo e della dittatura comunista dell’Unione Sovietica intrisi di ideali anacronistici, irrazionali e disumani.
La visione attuale della storia ci porta come sostiene Mattarella a trovare nel passato un ammonimento per non ripetere gli errori del passato e nell’Unione Europea quel baluardo necessario per contribuire a costruire un presente e un futuro migliore.