Dalla plastica in mare al riscaldamento del pianeta, dalla deforestazione ai fenomeni atmosferici strani, dall’aumento del livello del mare alla riduzione della biodiversità sono i fenomeni che ci fanno chiedere cosa sta succedendo nell’ambiente?
Giorno per giorno assistiamo a fenomeni atmosferici preoccupanti e imprevedibili: giornate di afa con punte massime oltre i 40 gradi, nubifragi improvvisi e violenti, uragani come il Dorian, classificato di categoria 5 con raffiche di vento oltre i 300 km/h, che in questi giorni sta devastando le Bahamas passando da Est a Ovest degli Stati Uniti, incendi e situazioni particolari che stanno stravolgendo l’ordine naturale del pianeta terra.
Su questi temi organismi internazionali come l’ONU, la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura), l’UICN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), il WWF (World Wildlife Fund), l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), l’AEA (Agenzia Europea dell’Ambiente) e movimenti ambientalisti ed ecologisti vari, si stanno muovendo per sensibilizzare governi ed opinione pubblica ad affrontare con maggiore determinazione i rischi ambientali.
A fronte di una sensibilizzazione sempre più attuale e convincente riscontriamo volontà politiche inadeguate,poco incisive, comunque insufficienti a determinare una vera svolta sulle politiche ambientali dei singoli stati.
Viviamo in un mondo globalizzato ma diversamente dai suoi principi che mirano ad una sempre maggiore interconnessioni sovranazionale delle persone all’interno di relazioni economiche, culturali e sociali ci accorgiamo che la tendenza attuale delle singole comunità e quella di guardare al particolare trascurando gli interessi generali e di valore mondiale come quello della difesa dell’ambiente.
La preoccupazione sui fenomeni estremi dell’ambiente verso cui, obtorto collo, assistiamo con una certa frequenza diventa ingiustificata se in economia e nella rappresentanza sociale continua a persistere un disallineamento nel rapporto dell’uomo con il suo ambiente, se permane il dominio del potere economico, mirato all’egoistico vantaggio di pochi sulla massa della popolazione, facendo venir meno il senso etico,armonioso, equilibrato e responsabile dell’uso della natura e delle sue risorse, se risulta incoerente e inaffidabile il senso della democrazia, come partecipazione sociale alle decisione sull’uso dei beni comuni, se viene meno il rapporto etico tra società e sostenibilità ambientale.
I temi sull’inquinamento, sulla gestione delle risorse, sulla questione energetica, sul cambiamento climatico, sulla biodiversità, sulle biotecnologie vegetali e sul trattamento degli animali, devono senz’altro essere comunicati all’uomo sociale ad una condizione che siano frutto di un approccio scientifico e di pensiero e non già come strumento di bassa politica strumentale solamente a scelte di potere.
Alla domanda giustificata di ognuno sul perché l’ambiente si ribella arrivando alle estreme conseguenze dei fenomeni atmosferici bisogna agire con determinazione sui governanti per invogliarli a ripensare i modelli economici e di convivenza sociale in modo nuovo e più rispettosi della natura e dell’ambiente.
I movimenti giovanili che si stanno formando in tutto il pianeta ed in particolare l’attivismo della ragazza svedese Greta Thunberg che si sta adoperando per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico devono rappresentare, nel più generale programma di sensibilizzazione ambientale della società, momenti di verifica del loro grado di sensibilità ma soprattutto momenti di sprono ai governi per realizzare politiche confacenti a salvaguardare la natura.