Arroccato come un gomitolo attorno al monte Barone, tra vie e case color pietra che si sfiorano quasi a toccarsi, Gangi si trova all’interno di un paesaggio pittoresco formato dalle verdi colline madonite e sullo sfondo l’incantevole sagoma dell’Etna.
Il borgo, insignito nel 2014 del titolo Borgo dei borghi, si presenta all’occhio del visitatore nella sua tipicità urbanistica di tipo medievale circondato, nella parte alta, da una cinta muraria trecentesca ricca di edifici nobiliari, chiese e da un insieme di caratteristiche viuzze strette e sinuose che si abbarbicano, come un abbraccio, al monte.
La leggenda vuole che la sua fondazione risalga intorno al 1200 a.C. ad opera di colonizzatori cretesi venuti in Sicilia e sopravvissuti alla morte di Minosse. All’insediamento, sempre secondo l’antica leggenda, fu dato il nome di Engyon per la fonte che scorreva nel territorio.
Nel Medioevo, siamo nel XIII secolo, il borgo faceva parte della contea dei Geraci e con il matrimonio della contessa Isabella di Geraci, di origine normanna, della casata di Federico II, con Filippo I di Ventimiglia fu avviata nella parte alta del monte la costruzione del castello.
Questo nel 1625 fu venduto ai Graffeo e successivamente, dopo averlo abbellito e modificato nell’impostazione originaria, ai Ventimiglia prima e successivamente ai Milletari.
Nel 1604 i Ventimiglia cedettero ai padri Cappuccini l’originaria cappella del castello che, ampliata e ristrutturata, diventò la Chiesa del Monte.
L’entrata della Chiesa, formata da uno splendido portale in pietra (1700) e da un portone in bronzo rappresentante scene della vita di S. Francesco opera di uno scultore gangitano, Antonino Salvo, si affaccia nella piazza Valguarnera dove al centro si erge una statua in bronzo dedicata alla Madonna Immacolata.
L’interno, costituito da una sola navata, contiene opere pittoriche di P. Antonio Jerone (1879-1956) che appresentano “Il Dogma dell’Immacolata” che orna l’altare maggiore, e il dittico di S. Giorgio e S. Cristoforo. Negli altari laterali si trovano un crocefisso in legno e diverse statue di scuola messinese. Sulla parete laterale a sinistra è collocata un’opera di un pittore contemporaneo, Santo Mocciaro, raffigurante Sant’Antonio Abate.
Il centro storico, ricostruito nel 1300 dopo la sua distruzione avvenuta nel 1299 durante la guerra del Vespro, contiene diversi edifici nobiliari come l’ottocentesco Palazzo Sgadari, che ospita il Museo Civico ed il settecentesco Palazzo Bongiorno che è la sede del Consiglio Comunale.
Su Piazza del Popolo, piazza principale del borgo, sorge la Chiesa Madre intitolata a San Nicola di Bari dove è possibile ammirare l’opera pittorica di Giuseppe Salerno (detto lo zoppo di Gangi) il “Giudizio Universale” (1629), diverse statue lignee dello scultore gangitano Filippo Quattrocchi (San Gaetano di Tiene, Sant’Eligio, San Luigi, San Vincenzo Ferreri, San Domenico) e, posta sull’altare maggiore, la statua lignea di Scipione Li Volsi “San Nicola di Bari” ultimata nel 1661. Sotto, nella cripta, vi è la cosiddetta “a fossa di parrini” contenente oltre 60 mummie dei sacerdoti morti a Gangi nel 1700 di età compresa tra i 40 e gli 80 anni. In un angolo della piazza si può ammirare in un angolo la Fontana dei Leoni (1931) a memoria della retata anti-mafiosa del prefetto Mori.
Altri edifici di culto sono:
Chiesa di S.Paolo, edificata nel XV secolo, con portale seicentesco ornato di bassorilievi.
Chiesa della Badia, con facciata di pietra nuda a tre ordini sovrapposti di impronta cinquecentesca.
Chiesa di S. Cataldo (prima metà del XIV sec.) a tre navate. All’interno sono custodite la statua lignea di San Cataldo di Berto de Blaso (1589), patrono del Borgo che si festeggia il 10 maggio, la Madonna degli agonizzanti di Filippo Quattrocchi e diverse pitture di Giuseppe Salerno detto lo Zoppo di Gangi (1618). Sulla facciata spicca il campanile a guglia conica maiolicata.
Chiesa di San Pietro o della Badia costruita nel XIV secolo e ristrutturata nel XVIII secolo. Sulla volta sono presenti affreschi allegorici raffiguranti Fede, Carità e Giustizia realizzati da Joseph Crestadoro nel 1796.
Santuario dello Spirito Santo, posto fuori del centro storico. La chiesa, costruita sopra un’edicola raffigurante il Cristo Pantocratore (XIII e XIV secolo), fu dedicata inizialmente a Santa Caterina d’Alessandria e, solo successivamente dopo le modifiche architettoniche in stile tardo barocco effettuate dal 1576 fino al settecento, fu dedicata allo Spirito Santo. Il Cristo Pantocratore posto nell’edicola divenne il catino absidale della nuova chiesa. All’interno della Chiesa vi sono affreschi di Crispino Riggio e di Tommaso Pollace. All’interno si possono ammirare il dipinto “Spasimo di Sicilia” di Giuseppe Salerno (1612), le statue dell’Angelo Custode (1812) e di San Filippo Apostolo (1813) opera dello scultore Filippo Quattrocchi, gli affreschi della volta di Salvatore Lo Caro (1810).
Chiesa della Madonna della Catena, (sec. XIV e XV) situata lungo la via del Castello, è tra le chiese più antiche di Gangi. L’interno è ad una sola navata scandita lateralmente da tre altari a destra e tre a sinistra. Di particolare interesse sono i gruppi lignei statuari raffiguranti la Madonna della Catena (1811) attribuita al Quattrocchi collocata sull’altare maggiore, la Madonna del Rosario con S. Domenico, anch’essa del Quattrocchi e la statua marmorea della Madonna della Catena del XV/XVI sec. di presunta scuola gaginiana. All’interno sono custodite diverse tele realizzate da Crispino Riggio, Girolamo Bagnasco, Matteo Garigliano e Salvatore De Caro.
Chiesa di Santa Maria di Gesù (XV sec) ad una sola navata e nel suo interno sono collocate alcune opere di Filippo Quattrocchi tra cui l’Annunciazione di Maria Vergine.
Chiesa e convento dei Cappuccini. Il Convento e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli sono due strutture adiacenti costruite tra il 1695 ed il 1710. La Chiesa è a pianta rettangolare e contiene fregi e decorazioni lignee opera dei frati del convento.
Da vedere il Museo Civico “S. Naselli” interessante per i reperti archeologici rinvenuti nel circondario e datati tra il VII ed il VI sec. a.C., il Museo delle armi e la Pinacoteca comprendente ben 7 sale che raccontano la vita rurale in Sicilia attraverso le tele donate dall’artista di Sambuca Giovanni Becchina in arte Gianbecchina.
Feste tradizionali: La festa del Santo patrono San Cataldo che si svolge il 10 maggio, la processione dello Spirito Santo (lunedì successivo alla Pentecoste), la Festa dei Burgisi e la Sagra della Spiga (prima e seconda domenica di agosto).
Da gustare: piatti tipici della cucina tradizionale del borgo sono la “pasta cu maccu”, castrato, chiamato anche agnellone, al forno con patate, i formaggi tra cui la provola dei Nebrodi, i vari prodotti da forno come i Turrunetta (dolci di mandorle), u fasciddatu (tipico pane preparato per le festività pasquali), i taralli (dolci tipici gangitani per la festa di S. Isidoro) e a cucchia (dolce di pasta frolla ripieno di mandorle, uva passa e fichi secchi tipico del periodo natalizio)
Per info:
Ufficio Servizi Culturali, tel. 0921 644076 – ore 8.30-13.30 tutti i giorni tranne il sabato
Centro Informazione Turistica, Piazzetta Zoppo di Gangi
Pro Loco, tel. 320 4031566 (visite guidate su prenotazione)
Museo Civico: tel. 0921 689907
www.comune.gangi.pa.it