Il discorso che Sergio Mattarella ha tenuto giovedì pomeriggio al Parlamento in seduta comune, esattamente dopo quattro giorni dalla sua rielezione, rappresenta nella sua chiarezza e semplicità un monito, al Governo e al Parlamento stesso, a riconsiderare in positivo l’unità della maggioranza che si è formata dopo il travagliato percorso che ne ha preceduto la sua rielezione.
Unità che deve significare per tutti senso di responsabilità ma anche di amore e di concretezza nell’affrontare le problematiche socio economiche che l’Italia sta attraversando e che vanno dalla pandemia ai fondi del PNRR e al suo ruolo all’interno dell’Unione Europea come quello dell’Unione Europea nell’Italia.
La ripresa che ci aspettiamo, per non considerarsi effimera, afferma Mattarella “ha bisogno di progettualità, di innovazione, di investimenti nel capitale sociale, di un vero e proprio salto di efficienza del sistema-Paese”.
La profonda incertezza politica e lo stato di tensione percepita dagli italiani durante questa elezione deve essere superata con senso di responsabilità collettiva e di prospettiva soprattutto per le future generazioni ed “è questa stessa consapevolezza”, continua Mattarella, “la ragione del mio si e sarà al centro del mio impegno”.
Quindi rivolge una critica sull’uso dei DPCM da parte dei vari governi ed auspica un diverso percorso di garanzia democratica nelle decisioni che dovranno essere prese purché affiancate da tempestività ma anche dall’indispensabile capacità di costruirne consenso attorno ad esse. Il dualismo delle istituzioni se vissuto con spirito di collaborazione oltre a rafforzare la democrazia dovrà contribuire a costruire e cimentare la società civile.
Il problema della pace e le varie tematiche come la riforma della giustizia, le prospettive del mondo giovanile, le disuguaglianze sociali, sono stati i punti in cui si è soffermato Mattarella durante il suo discorso.
Ma anche ha parlato di dignità riferendosi ai numerosi morti sul lavoro, al rispetto delle minoranze, alla violenza sulle donne, al rispetto della vita, alla lotta della tratta e della schiavitù degli esseri umani, al diritto allo studio, all’abbandono scolastico ed al divario tecnologico e digitale, al rispetto degli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine, al contrasto della povertà e al sovraffollamento delle carceri.
Temi che hanno trovato consenso nei numerosi applausi che i parlamentari, ripetutamente, hanno contraddistinto e contrassegnato per ben cinquantacinque volte e nell’ovazione finale durata ben tre minuti, il lungo discorso di Mattarella.