Questo primo stralcio del XXI secolo si presenta allo storico e non solo come momento particolare di caos socio-politico e di squilibrio esasperato tra i popoli ed i governi costituiti.
L’attuale momento non è certamente quello ideale per la stabilità politica ed il benessere socio economico della popolazione mondiale.
Tutto sembra insignificante, privo di carattere ed illogico sia nelle strategie di potere, sia nelle capacità dei singoli governi di avviare e gestire i processi di convivenza civile nel rispetto delle singole identità culturali come anche nei valori di comunicazione, di scambi commerciali, di uso delle risorse, di utilizzo dei servizi pubblici.
Purtroppo è sentimento comune il ribellarsi su tutto e su tutti. Da un lato si constatano processi di prevaricazione da parte dei governanti che non riescono a trovare il giusto equilibrio di potere né tanto meno quel benessere socio economico che a parole promettono, dall’altro troviamo invece la sofferenza del popolo che vive il dramma delle guerre, della fame, dell’emigrazione, delle malattie e della nudità civile in termini di giustizia, di istruzione, di lavoro, di libertà, di identità culturale e religiosa.
Anche di fronte alla natura che si ribella, con devastazioni e sconvolgimenti climatici estremi come uragani, caldo estremo ed esasperante che causa lo scioglimento dei ghiacciai, piogge torrenziali e devastanti, incendi, la diffusione di virus sconosciuti che causano epidemie funeste, il potere politico mondiale non riesce a fare sintesi costruttiva di quei provvedimenti di prudenza tecnologica capace di limitare i danni che l’uomo continua a causare al pianeta.
La problematica di gestione dei rifiuti urbani che assume di anno in anno dimensione sempre più consistente, l’emissione di CO2 generata dai trasporti, l’uso spropositato ed egoistico del suolo e delle risorse verdi come avviene nelle foreste, nelle terre coltivate, nei pascoli e nelle zone umide sono i mali che i governi non riescono a limitare ed a far rientrare nella giusta degenza e nella quantità sopportabile dalla natura stessa.
Su tutto prevale l’indifferenza dei governanti con implicazioni sugli equilibri socio economici della popolazione che soffre quel senso di precarietà e di insicurezza che sfocia nella ribellione e nel disordine mondiale.