Al centro del report sulla fauna selvatica, diramato da Legambiente, diverse sono le specie a rischio estinzione in Italia come il grifone, la lontra, il tritone, la trota mediterranea, il delfino comune e la tartaruga Caretta Caretta.
Stiamo attraversando un periodo di iniziative e di buoni propositi da parte dei governi ed organizzazioni internazionali per dare un nuovo assetto agli obiettivi di protezione e conservazione della natura e all’uso sostenibile delle risorse naturali.
Iniziative che oltre a sensibilizzare le varie coscienze e sviluppare un nuovo modello di cultura ambientale mettono a fuoco gli standard progettuali e le risorse finanziarie necessarie ad assicurare da un lato una maggiore funzionalità gestionale delle aree protette, marine e terrestri, già istituite, e dall’altro propositi per ripristinare le aree degradate e quei sistemi di protezione necessari ad evitare la perdita della biodiversità.
Nonostante tutto molte sono le minacce che, in modo diretto ed indiretto, esercitano un impatto negativo sulla biodiversità.
Tra questi particolarmente significativo è il sovrasfruttamento del suolo sia per l’agricoltura di sussistenza (33 %) che per quella commerciale (40%), attraverso uno spropositato e, sotto certi aspetti incosciente, disboscamento mirato a riconvertire il terreno delle foreste, sia quello sottratto alla crescita urbana (27 %), sia infine quello legato all’espansione delle infrastrutture ed alle attività minerarie1.
Altre minacce alla perdita di biodiversità sono il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico dovuto alle centrali elettriche a carbone ed al riversamento in mare di parecchie tonnellate di petrolio e di plastica.
A queste vanno infine aggiunte le immissioni sul territorio di diverse specie esotiche, chiamate “aliene”, come piante, animali ed altri organismi che l’uomo ha introdotto in aree diverse da quella di origine.
Tutto questo contribuisce in modo negativo alla perdita della biodiversità nei territori e con essa l’equilibrio ambientale la cui perdita mette a rischio sia la nostra vita che quella delle future generazioni.
Recentemente Legambiente ha diramato un report dedicato alla fauna selvatica in cui evidenzia il rischio di estinzione per 12 specie di animali come il grifone, la trota mediterranea, il tritone crestato italiano, la lontra, l’orso bruno marsicano, il lupo e il camoscio appenninico, le farfalle e gli impollinatori e specie di fauna del Mediterraneo come gli squali, i delfini e la tartaruga Caretta Caretta.
Nello stesso report viene fatta menzione in modo positivo al ritorno della foca monaca nel Mediterraneo ed ai progetti di tutela del lupo e camoscio appenninico.
Monito che i governi dovrebbero recepire pienamente eliminando da un lato i conflitti istituzionali e dall’altro avviando una progettualità intelligente rivolta sia alla istituzione di nuove aree protette e sia al miglioramento gestionale per quelle già esistenti. Tra queste nuove progettualità vi sono anche il ripristino delle foreste, i suoli, le zone umide e gli spazi verdi nelle città, la lotta al bracconaggio e soprattutto una migliore e più consolidata cultura ambientale all’interno dei governi e della popolazione.
1 Studio condotto dal WWF nel periodo 2000-2010 in 46 paesi in area tropicale e subtropicale e pubblicato il 13/11/2020 ne – Il report “Quante foreste avete mangiato, usato o indossato oggi?”