La rappresentazione del Presepe si fa risalire al III – IV secolo D.C. quando i primi cristiani iniziarono a riprodurne, nei luoghi di ritrovo e nelle catacombe, con semplici segni stilizzati, dal valore puramente simbolico, la nascita di Gesù.
E’, in una delle nicchie nelle catacombe di Priscilla, lungo la via Salaria, che in uno stucco del soffitto risulta ben visibile la figura di Maria, che tiene in braccio Gesù, e con accanto un profeta che indica una stella, simbolo nell’antico testamento della venuta di Cristo in terra.
Altra raffigurazione sul tema della nascita di Gesù la troviamo nella “Cappella Greca” all’interno delle Catacombe di Priscilla dove viene ritratta Maria seduta con Gesù Bambino in braccio e, di fronte a lei, i tre Magi in segno di adorazione.
Dalla rappresentazione figurativa che troviamo all’interno dei Vangeli di Matteo e di Luca ma anche nelle catacombe paleocristiane si passa alla rappresentazione plastica del presepe quando San Francesco nel 1223, su autorizzazione di Papa Onorio III, diede forma al Presepe così come lo conosciamo adesso con la mangiatoia all’interno di una grotta, il bue e l’asinello per riscaldare l’ambiente, la Sacra Famiglia ed i pastori.
Da quella data a Greccio, nella provincia di Rieti, che nel 2023 festeggia gli 800 anni, nasce la tradizione del presepe sia con le caratteristiche figurine che dal vivo.
Fu intorno al Quattrocento e a tutto il Medioevo che pittori come Botticelli, Giotto e Correggio iniziarono a raffigurare, con opere pittoriche, la nascita di Gesù all’interno delle Chiese.
L’arte presepiale divenne, ad opera di artisti, pittori e scultori ma anche di valenti artigiani, una professione di valore e di capacità artistica non comune da ricercare e osservare all’interno di chiese e musei.
In Italia sono tanti i luoghi in cui si trovano bellissimi presepi, vere opere d’arte, che rappresentano ed ambientano in modo originale la Natività.
Roma capitale
Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta, ai Fori Imperiali, nei sotterranei è allestito il Museo tipologico Internazionale del presepio Angelo Stefanucci che raccoglie decine di presepi provenienti da tutto il mondo, costruiti con materiali e tecniche diverse, oltre che libri, medaglie, locandine, francobolli sempre inerenti ai presepi e più di 3000 pezzi provenienti dalle varie regioni italiane e da decine di nazioni per offrirci una panoramica ampia ed esaustiva sulle varie interpretazione ed ambientazioni della Natività.
Basilica dei Santi Cosma e Damiano, ai fori imperiali, qui è collocato uno dei più bei presepi napoletani, per dimensione e per periodo di costruzione (‘700). Qui la classica scena della natività è collocata all’interno di una folla, costruita con statuette in legno e terracotta, intenda nelle faccende quotidiane (venditore di castagne, fruttivendolo, contadino che raccoglie l’uva, un soldato, un taverniere, ecc.).
Chiesa di Santa Maria in Via, nel rione Trevi, si trova un altro presepe napoletano con statue del 1700 opera di Nicola Maciariello, ambientato nella Roma dell’800.
Basilica di Santa Maria Maggiore, sulla sommità del colle Esquilino, qui è conservato ed esposto l’artistico presepio di Arnolfo di Cambio, realizzato nel 1291 per volere di papa Niccolò IV. Il presepio si compone di otto statuette, tutte modellate nella pietra, dove insieme a Maria, Giuseppe e il bambinello sono presenti anche il bue, l’asino ed i Magi tutti in adorazione.
All’interno della Basilica sono conservate due reliquie ricollocabili alla natività: il cunabulum, pezzi della mangiatoia che accolse Gesù Bambino, e il panniculum, pezzo di stoffa, porzione della fascia, con cui Maria avvolse Gesù Bambino.
Napoli
Certosa di San Martino
Il complesso monumentale della Certosa di san Martino costruito nel 1325 per volere di Carlo d’Angiò, duca di Calabria, si trova sulla collina del Vomero e, da ampia terrazza, domina sul golfo di Napoli.
Nel suo interno è ospitato il Museo Nazionale di San Martino dove è collocato il celebre Presepe “Cuciniello”, la più bella e famosa rappresentazione presepiale del ‘700 sicuramente la più celebre e conosciuta al mondo, costituito da ben 800 pezzi realizzati dall’architetto, commediografo e scenografo Michele Cuciniello (1823 – 1889). L’inaugurazione del presepe avvenne il 28 dicembre del 1879 con un impianto a tre scene: la Natività, l’Annuncio ai pastori e la Taverna.
Oltre a questo presepe il complesso museale di San Martino custodisce altri presepi come il Presepe “Ricciardi” con il corteo degli Orientali, la raccolta presepiale dell’avvocato Pasquale Perrone, costituita da 956 oggetti di qualità e pastori di autori famosi come Giuseppe Sammartino, Giuseppe De Luca, Giuseppe Gori e Francesco Gallo.
Basilica di Santa Maria della Sanità
Dal 2021 nella seicentesca sagrestia della Basilica, nel Rione Sanità, ventre della città di Napoli, si può visitare il “Presepe Favoloso” un’opera monumentale donata alla città di Napoli dalla bottega La Scarabattola dei fratelli Scuotto in collaborazione con il restauratore e scenografo presepiale Biagio Roscigno.
L’opera propone la rappresentazione religiosa della Natività all’interno di un contesto tradizionale della Napoli settecentesca che risente la contemporaneità dell’oggi.
L’intera scenografia si compone di più di 100 pastori oltre gli animali ed i preziosi accessori.
Scicli città patrimonio UNESCO del Val di Noto
A Scicli nella Chiesa di San Bartolomeo, edificata nel ‘400, l’unica Chiesa a resistere al terremoto del 1693, è conservato uno dei più antichi presepi siciliani di fattura napoletana costruito nel 1576 ad opera di uno scultore ignoto.
Dopo il terremoto il presepe, che risultò danneggiato gravemente, subì tutta una serie di restauri prima di essere rinnovato interamente da Pietro Padula di Napoli, tra il 1773 e il 1776, a cui furono ordinate 65 statue in legno di tiglio e l’originale scenografia di rocce con da sfondo città in lontananza poste sopra un contesto di boschi, fonti, fiumi, ponti ed ovili.
Oggi, a seguito di deterioramento e furti, delle 65 statue lignee che componevano il presepe originale ne sono rimaste soltanto 29.
Il presepe è collocato all’interno di una cappella posta nel transetto di sinistra su un’area di 20 mq che richiama lo scenario bucolico delle grotte di Chiafura. La Natività è posta al centro davanti alle rovine di una costruzione che presenta elementi architettonici di un tempio, simbolo della vittoria del Cristianesimo sul Paganesimo, con sopra il tempio, sospesi angeli e serafini.
Tra i personaggi caratteristici troviamo anche “A zammaratana”, “U spavintatu ‘a stidda”, la “vecchia che fila”, statua in cartapesta, pastori e contadini.