Dopo vari tentativi condotti dalla madre di Navalny Yulia Navalnaya e del suo avvocato Yarmysh per sapere dove si trova il corpo del figlio morto venerdì 16 febbraio alle ore 14:17 ora locale nella colonia penale artica IK-3, dove era detenuto il figlio, la signora Yulia Navalnaya si appella direttamente a Putin: “È il quinto giorno che non me lo fanno vedere, non mi dicono nemmeno dove si trova – ha spiegato la donna in onda sul canale Navalny di Youtube –. Faccio appello a lei, Vladimir Putin. Risolvere questa questione dipende da lei soltanto. Mi permetta finalmente di vedere mio figlio. Chiedo che il corpo di Alexsei mi venga consegnato perché io possa seppellirlo umanamente”.
Questo appello mira, tra l’altro, a fare chiarezza sulla morte di Navalny che fino ad ora si è parlato di avvelenamento ma che, come scrive il Times, citando Vladimir Osechkin, fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net, è stata causata da un brutale pugno al cuore inflittogli a Navalny dopo essere stato esposto a condizioni di congelamento per diverse ore. Questo appello diventa così una ulteriore occasione ed un monito per la comunità mondiale per consentire un percorso di indagine internazionale, così come sostiene il commissario per la politica estera della Ue, Josep Borrell.
L’indifferenza di Mosca all’appello di Navalnaya diventa così motivo di ulteriore attrito tra la politica autoritaria ed espansionista di Putin, la popolazione russa e quella della comunità mondiale non autoritaria.
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