Il mondo piange l’uomo che riuscì ad influenzare la storia del XX secolo. Unanime il cordoglio dei leader e dei politici di tutto il mondo. Putin in un messaggio inviato alla famiglia ha detto che Gorbaciov ha avuto un “enorme impatto sul corso della storia del mondo”. A Mosca le tv ignorano la notizia.
Mikail Sergeevich Gorbaciov, ultimo Segretario Generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, è morto, dopo una prolungata e grave malattia, il 30 agosto 2022 all’età di 91 anni nella Clinica Ospedaliera Centrale di Mosca.
Per lui, come riferisce l’agenzia russa Interfax, non ci saranno funerali di Stato a Mosca.
Per la sua politica, lungimirante e coraggiosa, che portò alla dissoluzione dell’URSS, alla riunificazione della Germania con la caduta del muro di Berlino il 3 ottobre 1990, alla ritirata delle truppe sovietiche dall’Afghanistan, alla riduzione degli arsenali nucleari di Russia e di Stati Uniti e tutta una serie di riforme mirate a dare libertà, diritti e pace al suo popolo. Per tutto questo nel 1989 fu insignito della Medaglia Otto Hahn per la Pace e nel 1990 del Nobel per la pace.
Fu il grande riformatore del sistema sovietico attraverso norme che modificarono sotto l’aspetto dirigistico, economico e sociale l’organizzazione centralistica ed imperialistica della Russia causando a partire dal 1990 all’indipendenza prima delle repubbliche baltiche, poi quelle caucasiche ed infine l’Ucraina.
Un vero Tsunami politico chiamato perestroika (ristrutturazione del comunismo per farne un sistema socialdemocratico), glasnost (trasparenza), uskorenive (accelerazione), demokratisatsiva (democratizzazione) che, purtroppo, non trovò, né in Russia né in occidente, quella creatività e capacità opportunistica di un nuovo modello nazionale e mondiale che Gorbaciov aveva, magari in modo frettoloso e disordinato, tracciato.
La sua influenza, magari nel tempo più riconosciuta e valorizzata, sarà la base di quell’ordine nuovo che il mondo si aspetta di perseguire.