Il “Premio Sacharov per la libertà di pensiero”, istituito nel 1988, viene assegnato annualmente dal Parlamento Europeo a personalità o gruppi di personalità che si sono distinti nella difesa dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
L’assegnazione avviene annualmente intorno al 10 dicembre e si ispira al fisico e dissidente politico Andrei Sacharov (1921-1989), fisico rinomato, membro dell’Accademia delle scienze, dissidente e Nobel per la pace nel 1975, fu pioniere nel campo della fisica nucleare dell’URSS e paladino dei diritti civili.
Quest’anno la Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, nel corso della cerimonia tenutasi a Strasburgo il 14 dicembre 2022, ha assegnato il Premio Sacharov al coraggioso Popolo Ucraino.
Nel consegnare il Premio la presidente Roberta Metsola ha dichiarato: “Questo premio è per gli ucraini che combattono sul campo. Per quelli che sono stati costretti a fuggire. Per quelli che hanno perso parenti e amici. Per tutti quelli che si alzano e combattono per ciò in cui credono. So che il coraggioso popolo ucraino non si arrenderà, e non lo faremo nemmeno noi.”
Ha aggiunto inoltre che “Il messaggio dell’Europa è stato chiaro: siamo al fianco dell’Ucraina. Non guarderemo altrove. Il popolo ucraino non sta combattendo solo una guerra di indipendenza, ma anche una guerra di valori. I valori che sono alla base della nostra vita nell’Unione europea e che per molto tempo abbiamo avuto il lusso di dare per scontati ogni giorno”.
Intervenendo in video conferenza il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo aver chiesto un minuto di silenzio a nome di tutti gli uomini, le donne, i bambini, i militari e i civili ucraini uccisi durante la guerra, ha dichiarato: “Dobbiamo agire ora, senza aspettare che la guerra finisca, per consegnare alla giustizia tutti coloro che l’hanno scatenata e per impedire il protrarsi delle aggressioni. Questa costituirà la protezione più efficace della libertà, dei diritti umani, dello Stato di diritto e di altri valori comuni, che sono incarnati in particolare da questo premio del Parlamento europeo”.
Alla cerimonia di consegna del Premio hanno partecipato:
– Oleksandra Matviychuk, attivista per i diritti umani e presidente del Centro per le Libertà Civili, insignita con il premio Nobel per la Pace di quest’anno;
– Yulia Pajevska, fondatrice dell’unità medica di evacuazione “Angeli di Taira”;
– Ivan Federov, sindaco della città ucraina di Melitopol;
– Olekssandr Chekryhin e Stanislav Kulykivskyi, del servizio di emergenza di Stato;
– Yaroslav Bozhko, del movimento di resistenza civile Nastro giallo.
Questi i vincitori del Premio Sakaharov anno per anno
Anno 2022 – Popolo Ucraino rappresentato dal suo Presidente, dai leader eletti e dalla società civile
Anno 2021 – Aleksej Naval’nyl per i diritti umani
Anno 2020 – Opposizione democratica in Bielorussia, rappresentata da SvetlanaTikhanovskaya e Veronika Tsepkala
Anno 2019 – Ilham Tohti, vincitore del Premio Sakharov 2019, è un economista uiguro nato nel 1969 nella Regione autonoma uigura di Xinjiang, in Cina. Ha studiato all’Università Cinese di Minzu, e fino al giorno del suo arresto nel gennaio 2014 ha tenuto lezioni alla Central University for Nationalities di Pechino. Il suo lavoro si è concentrato principalmente sui rapporti tra la minoranza uigura e i cinesi di Han che convivono nella regione di Xinjiang, ed in particolare sulle violazioni dei diritti umani subite dai primi.
Anno 2018 – Oleg Sentsov è un regista e scrittore ucraino, aperto oppositore dell’annessione della Crimea da parte della Russia. Il 10 maggio 2014 è stato arrestato a Simferopol, Crimea, con l’accusa di aver progettato atti terroristici contro il dominio “de facto” della Russia in Crimea.
Anno 2017 – Julio Borges, presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana “Il premio è per tutti quelli che lottano per i diritti umani in Venezuela, per i giornalisti che rischiano la vita per mostrare una realtà che si vuole far tacere”. Nel marzo 2017 la Corte suprema ha tolto il potere legislativo all’Assemblea nazionale eletta democraticamente
Anno 2016 – Nadia e Lamiya sono sopravvissute alla schiavizzazione sessuale da parte dello Stato islamico (IS), diventando portavoce delle donne colpite dalla campagna di violenza sessuale dell’IS
Anno 2015 – Raif Badawi è un giovane blogger, scrittore e attivista saudita, fondatore del sito web laico e indipendente “Free Saudi Liberals”, un forum online per il dibattito a sfondo religioso e politico
2014 – Denis Mukwege, il medico delle donne. Il medico congolese che ricostruisce i corpi e le vite delle donne congolesi, vittime di stupri collettivi e di brutali violenze sessuali nella guerra in Congo.
2013 – Malala Youdafzai, la sedicenne ragazza pakistana che impugnando una penna fa paura ai talebani.
2012 – Jafar Panahi e Nasrin Sotoudeh l’avvocatessa. Il regista che non può più fare il regista nel suo paese (e che ha appena girato il film “Taxi Teheran”) premiato nel 2012 insieme all’avvocatessa che non può più fare l’avvocatessa, sua connazionale, Nasrin Sotoudeh.
2011 – Primavera araba. Il premio è stato assegnato a 5 rappresentanti del popolo arabo. Con questo premio il Parlamento ha voluto esprimere riconoscimento e sostegno alla loro lotta per la democrazia e per i diritti umani dopo gli eventi conosciuti come “Primavera araba”. La Primavera araba ha inizio il 17 dicembre 2010, in Tunisia, e da allora si è estesa in Egitto, Libia, Bahrein, Yemen, Marocco, Algeria, Giordania e Siria. Nata dal desiderio di libertà di tanti giovani, dopo qualche anno sappiamo che questa ribellione non ha portato al cambiamento sperato, bensì al sopravvento del fondamentalismo islamico nella maggioranza dei paesi coinvolti.
2010 – Guillermo Fariñas, ex soldato e giornalista cubano: ha fatto 23 scioperi della fame per far conoscere le leggi repressive di Cuba. Uno di questi è durato 130 giorni