Red Hot Chili Peppers e il suo rock tra le piramidi di Giza

Una location eccezionale fa da quinta scenica al concerto della band californiana dei Red Hot Chili Peppers

Il concerto dei Red Hot Chili Peppers tenuto venerdì 16 marzo 2019, davanti a una delle sette meraviglie del mondo, è stato un successo di pubblico, circa 10 mila persone presenti provenienti da 67 paesi diversi, e dei media che hanno trasmesso in streaming il concerto e dei social che hanno fatto da cassa di risonanza mondiale dell’evento musicale tra i più importanti dell’anno.

Il concerto è stato promosso dal ministero del turismo egiziano che mira a recuperare quel flusso turistico venuto meno a causa dei fatti terroristici che hanno interessato l’area.

L’area delle piramidi ha ospitato nel tempo numerosi concerti come quello di Frank Sinatra nel 1979 e poi quello dei The Grateful Dead, dei Pink Floyd, degli Scorpions, di Andrea Bocelli e di tanti altri.

Il concerto è iniziato con Can’t Stop dall’album del 2002 By The Way e via via i più importanti successi della band californiana come Californication, Dark Necessities, Under The Bridge, Snow. Chiusura con Give it away, diventata un inno per i fan.

Interessanti le performance del bassista Flea che ha cantato “Pea”, del chitarrista Josh Klinghoffer ha lasciato la chitarra per eseguire al piano un omaggio alle piramidi con Pyramid song dei Radiohead e del cantante Anthony Kiedis che, oltre a tante agrobazie, è riuscito a tessere il palco incessantemente per tutto il concerto.

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