Il rito del fuoco e la tradizionale cavalcata che troviamo nella Festa di S. Giuseppe sono il retaggio di un’antica cultura contadina ma sono anche l’usanza di comportamenti privati e sociali che sono entrati nel comune sentire come momento di condivisione di una socialità che si cerca di ravvivare e non di distruggere.
Il rituale del fuoco, frutto di una antica cultura contadina, è stato considerato principalmente come momento propiziatorio di prosperità e di buona salute ma anche come momento di purificazione e di esorcizzazione del male.
Così quando la natura si addormentava per il freddo gelido dell’inverno era usanza nelle campagne accatastare rami secchi, sterpaglie e mobili in disuso per bruciarli nel falò come momento di passaggio dall’inverno alla primavera ma anche come mezzo propiziatorio di messi più abbondanti.
Questa cultura agreste è continuata in parecchie località italiane dalla Val Trebbia, al Salento fino alla Calabria ed alla Sicilia legandola alla festa di San Giuseppe.
Nel ragusano a Scicli, la Vigata del “Commissario Montalbano”, è usanza rappresentare la Fuga in Egitto della Sacra Famiglia con la tradizionale e folkloristica Cavalcata di San Giuseppe. Per l’occasione i cavalli vengono bardati con manti, riccamente lavorati su trama di juta con fiori di violaciocca, rappresentanti immagini religiose della sacra famiglia o scene bibliche.
I vari gruppi che formano il corteo della Cavalcata sono formati da cavalieri vestiti con il tradizionale abito dei contadini siciliani: “causi” (pantaloni) e giacca in velluto, camicia bianca, gilet, cintura in vita, molto larga in vari colori e lavorata a mano, che penzola sul fianco destro, burritta col giummo in testa, fazzoletto rosso ed in mano la tradizionale ciaccara (fasci di ampelodesmo).
Qui il falò “u pagghiaru” viene visto anche come momento di socializzazione per gli avventori e gli abitanti dei singoli quartieri che dal crepitio delle fiamme estraggono la brace ben calda per arrostirne fette di pane, costate di maiale, ali di pollo, fettine di carne, salsiccia, olive, cipolle, patate e consumarle ben calde facendole accompagnare da un buon bicchiere di vino.
Ritualità e folclore che fanno della festa di San Giuseppe la festa di inizio della Primavera.