Nella notte tra sabato 27 e domenica 28 marzo 2021, a partire dalle 2 di notte, le lancette andranno spostate avanti di un’ora e rimarranno tali fino a domenica 31 ottobre quando si tornerà nuovamente all’ora solare.
Come da copione annuale il 28 marzo passiamo all’ora legale e sicuramente questo meccanismo continuerà anche per i prossimi anni.
L’Italia infatti come altri Stati del Sud Europa continuerà ad applicare questo meccanismo per recuperare ore di luce solare.
Diverso meccanismo invece è riservato agli Stati del Nord Europa che, per questione di latitudine, per la loro vicinanza con il Polo Nord, si trovano durante il periodo estivo con una copertura di luce solare maggiore rispetto al giorno tipico dei paesi dell’area mediterranea.
Il meccanismo del cambio di ora, secondo i pareri espressi dalle commissioni di studio del Parlamento Europeo, incide sulla salute pubblica soprattutto dei bambini e degli anziani provocando disturbi sul ritmo cardiaco e maggiori problemi di sonno e di affaticamento, sull’agricoltura relativamente alle rese delle colture, sul benessere degli animali, sui trasporti, sul mercato interno.
Partendo da queste considerazioni nel 2019 il Parlamento Europeo approvò, all’art.2 della direttiva CE, la facoltà per ogni singolo Stato dell’UE di decidere se modificare o meno la sua ora normale o le sue ore normali in uno dei territori soggetti alla sua giurisdizione comunicando alla Commissione almeno sei mesi la decisione presa.
L’Italia quest’anno, con il governo Conte bis, ha depositato a Bruxelles una richiesta formale mirata a mantenere inalterato l’attuale sistema di passaggio fissato a marzo per l’ora legale e ad ottobre per l’ora solare.
In questo modo si continua a sfruttare la maggiore luminosità del periodo estivo ai fini energetici. Secondo l’Enea infatti questo sistema consente all’Italia un risparmio di energia elettrica pari allo 0,2% sul totale dei consumi. Risparmio che, secondo la società Terna, gestore della rete di trasmissione italiana in alta tensione, leader nella trasformazione del mercato elettrico verso fonti eco-compatibili, ha comportato, col cambio di ora, un minor consumo di 560 milioni di KWh di energia elettrica pari ad un risparmio di oltre 115 milioni di euro per le famiglie italiane.
Questo sistema di cambio che in Italia esiste dal 1916 ai tempi della prima guerra mondiale fu adottato definitivamente a partire dal 1966, nella forma attuale dal 1996, trova difformità in stati come la Francia che ha deciso di mantenere per sempre l’ora legale e quindi abolire il passaggio da legale a solare e viceversa.
Nei paesi del Nord Europa come Polonia e Finlandia in cui il sole sorge prima delle 4 del mattino e tramonta intorno alle 23 la decisione probabilmente è quella di mantenere l’ora solare per mancanza di vantaggio economico dal cambio.
Analoga decisione di mantenere per sempre l’ora solare verrà presa probabilmente anche da Germania, Lituania, Svezia ed Estonia.
Insomma una babele di decisioni che incideranno sui comportamenti dei singoli Stati e sul tessuto socio sanitario e commerciale di ciascuno Stato Europeo.