E’ il monito globale che proviene dalle nuove generazioni in sciopero per sensibilizzare i governi a ripensare adeguate politiche di sviluppo economico, per contrastare disuguaglianze sociali e per creare un mondo più vivibile.
I giorni del WeekForFuture, termine coniato da Greta Thunberg, sono quelli in cui i giovani ed i lavoratori di tutto il mondo si stanno mobilitando per spronare i governanti e tutto l’entourage capitalistico e manageriale globale a rivedere le politiche ambientali, produttive e sociali per rendere il mondo più vivibile climaticamente e socialmente.
Tutto ciò rappresenta una premessa importante per sviluppare una cultura ambientale più incisiva a livello mondiale ed un modo nuovo di intendere la giustizia sociale, il capitalismo, la cultura d’impresa, la produzione industriale e l’uso delle nuove tecnologie.
I cambiamenti climatici, gli squilibri socio economici tra gli stati, la povertà di molte popolazioni che si trovano con poche risorse e con un territorio desertificato, quindi improduttivo e per nulla capace di favorire forme adeguate di agricoltura produttiva, stanno alzando il livello di sopportazione umana in termini di vita economica e sociale generando i fenomeni di emigrazione come ancora di salvataggio.
La nuova realtà climatica del nostro pianeta non consente più di soprassedere passivamente agli egoismi di potere ai più svariati livelli sia politici che finanziari e di classe.
Pur in assenza di un coordinamento centrale la protesta globale pacifica, che si sta realizzando dal 20 al 27 settembre in tutti i paesi del mondo, ha una portata eccezionale per la partecipazione e per la bontà delle richieste rivendicative che si stanno portando avanti.
Secondo il profilo Facebook di Fridays For Future le rivendicazioni vengono così spiegate: “1) Fuori dal fossile: raggiungimento dello 0 netto di emissioni a livello globale nel 2050 e in Italia nel 2030, per restare entro i +1.5 gradi di aumento medio globale della temperatura. 2) Tutti uniti, nessuno escluso: la transizione energetica deve essere attuata su scala mondiale, utilizzando come faro il principio della giustizia climatica.
3) Rompiamo il silenzio, diamo voce alla scienza: valorizziamo la conoscenza scientifica, ascoltando e diffondendo i moniti degli studiosi più autorevoli di tutto il mondo. La scienza ci dice da anni qual è il problema e quali strumenti servono per risolverlo. Ora spetta alla politica il compito di agire”.
In questo periodo, precisamente dal 21 al 23 settembre, si svolgerà a New York il vertice ONU per il clima (Climate Action Summit 2019).
Accanto all’attivista svedese Greta Thunberg saranno presenti al summit per il clima dell’ONU due attivisti italiani Federica Gambaro, 24 anni, romana, studentessa di Scienze Naturali, attivista di Fridays For Future e Federico Brocchieri, 27 anni, romano, laureato in Ingegneria Ambientale ed Economia, ricercatore dell’Ispra in materia di clima.
Primi risultati incoraggianti si incominciano a vedere in Germania con l’approvazione di una serie di misure per fronteggiare il cambiamento climatico pari a circa 40 miliardi da impiegare entro il 2023.
Allarmanti sono state le argomentazioni espresse dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, in occasione dei preparativi per l’avvio del summit sul clima: “Il mondo sta perdendo la sfida per evitare il disastro climatico. Gli obiettivi di riduzione dei gas serra non sono ancora fuori portata, ma i governi devono muoversi più velocemente”.